Imbottigliamo come puro divertimento i primi dieci giocatori
della classifica ATP in dieci vini che meglio rispecchiano a mio giudizio
le loro attitudini dentro e fuori dal campo (soprattutto dentro).
#10 Stanislas Wawrinka (SUI) Ex
Voto Hermitage Rouge – Etienne Guigal
Il buon Stan me lo immaginerei come un’ottima bottiglia di Cote-Rotie.
Straordinaria qualità, infinitamente apprezzato dagli intenditori eppure sempre
un po’ oscurato dall’aura di qualche compatriota più famoso (mi viene in mente
un altro tennista svizzero appena più famoso). Come le vigne del Rodano è
sempre arrostito dal sole poi, con tanto di crema. Il suo rovescio a una mano rievoca i bei tempi passati ed è
roba di gran classe, speziato come solo un syrah di Guigal può essere quando
alla sua massima espressione. Eterno secondo, ma con stile.
#9 Richard Gasquet (FRA) La Coulée de Serrant – Nicolas Joly
#8 Jo-Wilfired Tsonga (FRA) Riesling
Vendange Tardive – Hugel
#7 Roger Federer (SUI) Clos
du Mesnil – Krug
Stavo sbagliandomi a scrivere il numero 7 quando ho pensato
a Roger Federer (per caso qualcuno solo appassionato di vino ma non di tennis
non sa di chi sto parlando?), eppure tant’è, ormai al numero 7 del ranking.
Federer non potrebbe non essere la più famosa luxury cuvèe del più famoso
produttore di Champagne del pianeta. Non solo per ciò che entrambi
rappresentano, ma anche per la loro eleganza, l’equilibrio, l’armonia e la
classe che dimostrano ogni volta che “scendono in campo”. Lunga vita ai Re.
#6 Juan Martin Del Potro (ARG) Opus
One – Opus Winery
Primo esponente new world
e per il famoso principio della concordanza andiamo su un vino cult del nuovo
mondo. Juan Martino è stato capace di interrompere l’egemonia federeriana agli
Us Open 2009, con una prestazione super fatta di poderose mazzate da
fondocampo. Il suo gioco è come un Cabernet Sauvignon californiano, potente,
robusto, a tratti legnoso, incredibilmente energico. Forse monocorde e un pò
senz’anima, ma di grande livello.
#5 Tomas Berdych (CZE) Private Reserve Chardonnay – Beringer
Algido ceco dai capelli biondi come uno chardonnay invecchiato in legno, Tomas è un perfetto bianco della Napa, di corpo, prestante, dai colpi potentissimi e piatti come un'incudine. Purtroppo al pari della sua equivalente bottiglia, estremamente legnoso e ripetitivo. Esprime il meglio solo in certe situazioni ma difficilmente regala l'acuto che lo rende imbattibile. Incompiuto.
#4 David Ferrer (ESP) Bricco
dell’Uccellone – Giacomo Braida
Infaticabile lavoratore del tennis il buon David potrebbe
essere una barbera, ma di qualità, magari invecchiata per benino. Se non si
nasce pinot nero meglio non provare a diventarlo, meglio affinarsi per quel che
il vitigno può regalare. E questo giocatore nel tempo si è migliorato eccome,
rimanendo un po’ spigoloso come una buona barbera richiede, ma acquisendo una
gran versatilità e anche un filo di complessità (di gioco). Campagnolo
d’annata.
#3 Andy Murray (SCO) Grands
Echézeaux – Domaine de la Romanée-Conti
Primo britannico a trionfare a Wimbledon dal 1936, lo
scozzese sembra aver trovato tutti gli ingredienti per potersi affermare sui
propri diretti avversari. Per me può assomigliare a un grande pinot nero,
talvolta scorbutico e attendista, se nelle migliori condizioni dispiega un
ampissimo campionario di profumi (pardon, colpi) che nessuno al momento
possiede. Forse manca un filo in eleganza per essere un Romanée-Conti, ma il
tempo può essere dalla sua parte. In affinamento.
#2 Rafael Nadal (ESP) Brunello
di Montalcino – Tenuta Biondi Santi
Rafa Nadal e i suoi tic si meritano di essere un Brunello di Biondi Santi (e scusa se è poco), leggendario,
emblema del proprio ambito in terra nazionale e trascinatore di tanti che hanno
provato a seguirne le orme, (quasi tutti) senza farcela, qualcuno anche con
qualche aiutino non lecito (più scoperti i brunelli dopati finora). Si
somigliano perché abbinano possenza e aggressività a componenti di grande
territorialità e aderenza al proprio terroir d’origine. Così come nemesi è
stato del rivale Federer, così non vedo altro vino come il Biondi Santi così
lontano per caratteristiche e approccio mainstream al sopracitato federeriano
Krug.
#1 Novak Djokovic (SRB) Chateau Margaux – Margaux
Al numero uno rendiamo omaggio con uno Chateau Margaux. Bordeaux
è da sempre sinonimo di ricerca spasmodica della perfezione, di pulizia
esecutiva, di sfarzo sebbene non tutti siano d’accordo sul fatto che i suoi
vini siano effettivamente i migliori o i più emozionanti. Djokovic mi ricorda questi dibattiti, è indubbiamente
completo, fortissimo, estremamente composto nel suo tennis ma allo stesso tempo
sempre controversa è la discussione sul suo reale valore di numero uno e sulla
sua simpatia da parte degli addetti ai lavori. Certo Margaux è bottiglia che si
ricorda, così sarà per Nole.
Conosco poco e niente i vini ma complimenti, molto divertente e preciso. Splendido l'accostamento di Ferrer al barbera. Ho immaginato Superciuk col fiasco in mano. Spero ne abbia fatto il pieno per gli Us Open. :)
RispondiEliminaCiao, a presto.
Ciao Picasso, grazie della visita e dei complimenti. Sei già come vedi inserito nel blogroll dato che ti leggo spesso e volentieri.
EliminaQuanto a Ferrer, temo non ci sia nemmeno bisogno di tanto barbera per non averlo nella seconda settimana.
A presto.