lunedì 30 settembre 2013

Librandi, la Calabria nel bicchiere






















Assaggio quasi completo della azienda Librandi, portabandiera della viticultura calabra.

Efeso bianco 2011


Da uve Mantonico, coltivate nel comune di Rocca di Neto in provincia di Crotone.
Color giallo oro lucente, intenso al naso con profumi di bianco in evoluzione, frutta gialla matura, alcune note tropicali alternate ad alcuni sentori piu’ legati all’invecchiamento in legno. L’uva affina 8 mesi in barriques di Allier di primo e secondo passaggio piu’ una breve sosta in bottiglia prima della commercializzazione. Abbastanza intenso al naso, in bocca ingresso floreale subito accompagnato da una forte nota vanigliata e di banana matura. Non manca un sottofondo di mineralità. Abbastanza fine e nel complesso un prodotto interessante per essere un vino certamente sotto traccia nella produzione di Librandi, solo 12000 bottiglie prodotte per un produttore da circa 2 milioni e mezzo di bottiglie l’anno.


Cirò Rosso Classico 2011


Il rosso più semplice della batteria. Rosso rubino scarico con già un'unghia granata, abbastanza consistente.
Il naso è vivo, di discreta complessità con note leggermente affumicate che mutano verso sentori più netti di frutta rossa ancora abbastanza fresca (fragola e lampone), alcune note carnose come di carne rossa in marinatura,
Buona freschezza all'assaggio, alcolicità che spicca leggermente, medio-debole il corpo e un filo corto sul finale. Tannino ancora ben presente.
Non ancora assestato a mio avviso, con profumi interessanti non del tutto ritrovati in bocca.
Da riproporre in qualche mese non di più.



Duca San Felice 2009


Uno dei vini simbolo della produzione di Antonio e Nicodemo Librandi. Gaglioppo 100% per un Ciro’ Rosso Classico Superiore Riserva ottenuto nell’area di Ciro’ Marina da terreni argilloso calcarei. Viti allevate ad alberello, vinificate in acciaio termocondizionato, affinate 3 anni in acciaio prima di una leggera sosta in bottiglia per la stabilizzazione finale prima della messa in commercio. Nel bicchiere un rosso rubino scarico, al naso piccoli frutti rossi, leggere note floreali, delicato. Di medio corpo in bocca, discreta acidità sorretta da un bel tannino ancora presente. Sempre presente la nota fruttata che accompagna la beva fino al finale un poco caldo.




Gravello 2010



Ancora Gaglioppo con una discreta aggiunta di Cabernet Sauvignon. Il 40% di Cabernet apporta quella nota erbacea tipica del vitigno insieme alla frutta rossa, con la ciliegia in primo piano. 12 mesi in barrique e 6 mesi in bottiglia. Un vino abbastanza complesso per abbinamenti con piatti abbastanza importanti o formaggi di media evoluzione.





Magno Megonio 2010


E siamo al Magliocco, altro vitigno autoctono calabro, terra di innumerevoli vitigni autoctoni, la maggior parte dei quali in via di estinzione o quasi, con pochissimi produttori con il coraggio di riscoprirne alcuni ove intravedono potenzialità. Rosso rubino fitto e quasi impenetrabile. Naso intenso e complesso. In bocca spicca per setosità e morbidezza, elegante nel suo sviluppo, prima frutta rossa di una certa maturazione, poi spezie dolci e liquirizia sul finale. Tannino ben gestito e non troppo irruento. 16 mesi di barrique e sempre 6 mesi in bottiglia prima della messa in commercio. Legno non troppo evidente, le sfumature fruttate rimangono ben presenti.
 
 

venerdì 20 settembre 2013

Sorsi siciliani


Don Saro, Terre Mosse - Azienda alle pendici dell'Etna in quel di Linguaglossa. Un bianco frizzante da uve autoctone con prevalenza di catarratto e grillo. Naso fine e fresco con lievi note floreali e di frutta a polpa bianca. In bocca buona freschezza e croccantezza dovuta alla presenza di carbonica piacevole al palato. Una bevuta semplice adatta per un aperitivo leggero a base di verdura o pesce non troppo cucinato.

Murgo, Etna bianco 2012 - Azienda della famiglia Scammacca del Murgo, nella Tenuta San Michele, pendici etnee. Predomina il Carricante, con un 30% di Catarratto. Giallo paglierino e naso di fiori bianchi, poco altro. In bocca non di particolare personalità, acidità spiccata e detonante mineralità. Vino non particolarmente entusiasmante, introduttivo nello sconfinato panorama dei bianchi siciliani, niente di più.

Sallier de la Tour, Syrah 2009 - Tenuta di proprietà di Tasca d'Almerita nella DOC Monreale. Syrah siciliano di interessante riuscita, malolattica interamente svolta a garantire una buona rotondità, frutta rossa polposa combinata a sentori di vaniglia e tabacco dolce, speziatura, pepe nero. Tannino gradevole. Solo il 30% del mosto in tonneau francesi, il resto solamente acciaio. Bevuta gratificante, seppur ancora abbastanza semplice.

Mandrarossa, Costadune 2011 - Rosso rubino di buona vivacità, con naso molto fruttato. Anche in bocca tanta frutta rossa (lampone, prugna) e nera (mora, mirtillo) integrata ad una buona acidità. Ancora invadente il tannino e non troppo equilibrato il finale. Da aspettare magari un annetto.

Firriato, Chiaramonte 2010 - Nero d'Avola interessante. Bell'intensità di colore nel suo rubino compatto. Caratteristiche note olfattive di prugna, mora e mirtillo, ma poi anche pepe nero, cannella, lieve sentore di tabacco sul finale. Bella corrispondenza in bocca, si sentono i 6 mesi di barriques e la malolattica completamente svolta che garantiscono morbidezza e un tannino ora vellutato. Discreta persistenza seppur di poca complessità in fondo. Giusto momento per aprirlo in ogni caso, non migliorerà più di così. 

Firriato, Santagostino Baglio Sorìa 2012 - Equa divisione di Catarratto e Chardonnay per un bianco di discreta struttura. Bel colore giallo paglierino pieno, naso intrigante dalle note fruttate e floreali, una certa tropicalità viene fuori. Bella bocca saporità e piena, acidità e mineralità sono ancora prorompenti, ci sarà tempo per un pò più di rotondità, quando usciranno le note lasciate dai mesi in barriques nuove. Bevuto con un cous cous di pesce si è ben comportato. Non un vino stupefacente ma un porto sicuro.

Murgo, Arbiato 2011 - Chardonnay vulcanico, non male davvero. Vigneti di 500 metri slm in media, parte dell'affinamento in barriques per 6 mesi, 12 ore di criomacerazione. Naso ampio e fine, con sentori vellutati di vaniglia e boisè. All'assaggio la rotondità è guarnità da una spiccata mineralità che rende il vino più complesso e persistente. Buon vino per qualche piatto di pesce di una certa complessità.

Mandrarossa, Viognier 2012 - Uno dei bianchi monovitigno di questa nota realtà siciliana. Davvero giovane e pimpante, decisamente spostato sulle durezze. Secco, sapido freschissimo. Anche per questo forse davvero food friendly ma lo spettro di piatti ai quali accompagnarlo non è ampissimo. Bevuto con una pizza un pò piccante non ha performato al meglio per il mio palato.

Gulfi, Nerojbleo 2009 - Nero d'Avola straordinario, risultato di un lavoro eccellente da parte di quella che è una delle più affidabili aziende siciliane come livello medio dei suoi prodotti, fautrici della viticoltura biodinamica. La tipicità del vitigno è qui rispettata in pieno, nel bicchiere troviamo frutta rossa, note speziate dolci, profumi legati all'invecchiamento, sentori evoluti di tabacco dolce e propoli. Grande persistenza, tannino docile e integrato. Lunga macerazione sulle bucce, malolattica svolta interamente, affinamento in botti da 500 e 225 litri dove sosta un anno almeno prima di migliorarsi e stabilizzarsi in due anni di bottiglia. Ho avuto il piacere di berlo con una strepitosa trippa in quel di Modica. C'è di meglio?

Commentate, concordate, discordate.