sabato 13 aprile 2013

Friuli in rosso

 
 
Con un certo ritardo ritorno su una degustazione tenutasi presso l'hotel Westin Palace di Milano sui vini rossi del Friuli.

Il Friuli Venezia Giulia non è sicuramente una regione enologicamente famosa per i suoi vini rossi, ma non va dimenticato che in queste zone sono diversi i vitigni rossi autoctoni in grado di regalare grandissimi prodotti. La serata organizzata da AIS Milano ha in questo senso centrato in pieno l'obiettivo di far conoscere, o riscoprire per chi già li conosceva, alcune bottiglie davvero interessanti.

Numerosi sono stati gli assaggi, per cui una discreta operazione di filtraggio mi porta a condividere le sensazioni solo dei vini che più mi hanno sorpreso e impressionato.

Questa volta andiamo per vitigno e partiamo dagli internazionali per poi proseguire con gli autoctoni e chiudere con l'angolo dei biodinamici.

Internazionali

Castelvecchio Merlot 2006

Siamo nella DOC Carso e troviamo un gran bel Merlot, ottenuto mediante sapiente selezione di grappoli per un vino dalla buona struttura. Rosso rubino compatto, al naso è ben presente la nota del legno, sono 3 gli anni di affinamento tra barriques e botte grande. In bocca buona pienezza e rotondità, frutta rossa tendente al maturo e un tannino ancora vivo introducono un finale dove spicca una ovvia impronta di liquirizia dolce molto gradevole. Buono. 88pt

Fiegl Merlot Leopold 2006

Merlot interessante quello di Fiegl, qui parliamo della linea di produzione denominata Leopold. Il simpatico Matej ci versa un Merlot 2006 che regge con tranquillità i suoi quasi 7 anni, esce infatti da 3 anni di affinamento in legno e da 3 in bottiglia. Le caratteristiche classiche di ogni buon merlot che si rispetti ci sono tutte, a cominciare da quella bella rotondità in bocca che tanto invoglia alla beva. Abbastanza complesso, intrigante rapporto qualità/prezzo. 85pt

Tenute Tomasella Le Bastìe 2005

Merlot di razza, di straordinaria pienezza in bocca. Complesso al naso e in bocca con una successione di toni fruttati integrati ad alcuni più evoluti su note di tabacco e spezie. 11 mesi in barriques nuove. Selezione di uve dal vigneto "Le Monde", la zona è quella della DOC Grave. 90pt

Fiegl Merlot 1998

Merlot di chiusura della serata, che l'azienda ha portato quale esperimento per far scoprire le potenzialità di questo vitigno in una zona come quella di Oslavia. Un Merlot con un solo anno di affinamento in botte e ormai quasi 14 di attesa prima di essere stappato. Ancora abbastanza fresco, forti le note di cioccolato e di bruciato al naso. In bocca ritornano le note affumicate e chiude leggermente stanco. Nel complesso interessante per come ha tenuto nel tempo.

Tenute Tomasella Cabernet Franc 2011

Sempre dalle Grave del Friuli proviene il miglior Cabernet Franc della serata. Un vino "quotidiano" di grande eleganza e franchezza. Le Grave garantiscono ai vini quelle note più delicate rispetto ai loro corrispettivi carsici, in genere più delineati e netti. Questo Cabernet Franc ha un colore rosso rubino scarico, quasi pinotnoireggiante, un naso verde con la fortissima nota vegetale di peperone in evidenza, molto elegante però. In bocca è al limite del magro, ma di ottima beva. Non è un vinone, ma ruotandolo è bevuta quotidiana di grande spessore. Prezzo imbattibile.

Jermann Red Angel 2010

Un vino femminile in una serata di vini molto molto maschi. Un Pinot Nero molto intrigante, il colore è quello tipico del vitigno, un rubino tenue. Il naso ti spiazza con note quasi da vino bianco, fragola, papaya, passion fruit, tropicale nel suo evolversi nel bicchiere. Al palato conferme, poco corpo ma molto fine, complesso e delicato. Si ritrovano le note fruttate di stampo tropicale. Un rosso che sembra fatto apposta per chi i rossi li beve con il pesce. Magari con qualche salsa. Magari fà proprio bene in questo caso. Sorpresa.

Autoctoni

Jacuss Fuc & Flamis 2010

Ah lo schioppettino. Gli autoctoni friulani sono un pò così, se non li ami possono risultare scontrosi. Lo schioppettino è vitigno particolare, che si riconosce per le sue intense note speziate, pepe nero e incenso che nemmeno si fosse in chiesa. Jacuss propone un 2010 interessante, colore scarico somigliante quasi a una Schiava, ma naso varietale al massino, pepe macinato, spezie, un pò di frutta rossa di contorno. Buona intensità anche in bocca. Da provare. Ah, il nome stà per fuoco e fiamme, che ve lo dico a fare.

La Tunella Schioppettino 2009

Altro schioppettino buonissimo, questo più muscoloso del precedente. La nota varietale è sempre ben presente, incenso, pepe, anche qualche sentore erbaceo, origano, una nota particolare di marinatura sempre al naso. In bocca intenso e persistente, una certa potenza, rotondo. Il leggero appassimento delle uve si sente, chiude morbido. Bel vino. 90pt

Moschioni Schioppettino 2008

Ancora schioppettino, ancora potenza. Sempre le spezie al naso, ma in bocca c'è anche molto tannino e una successione entusiasmante di frutti di bosco. Un vino di grande eleganza nonostante la sua struttura imponente. E' straordinariamente presto per poterlo aprire. Pazienza, non ci si pentirà.
 
Moschioni Pignolo 2006

Altro autoctono di razza, il Pignolo. Uve dal grappolo piccolo e spargolo, che deve il suo nome alla particolare conformazione del grappolo stesso, è vitigno caratterizzato da acidità spiccata e tannino irruento, che lo rendono adatto al lungo invecchiamento. Il tannino è la caratteristica principale di questo pignolo di Moschioni, qui abbiamo davanti almeno dieci se non venti anni di potenziale invecchiamento, ma è vino che ha carattere e classe.

Jermann Pignacolusse 2007

Straordinaria interpretazione del Pignolo e vincitore ex aequo della serata per me. Jermann lavora alla perfezione questo vitigno traducendolo in un vino dritto, preciso, ben fatto. Rosso rubino di grande fittezza, naso elegante, la barrique si sente ma si integra alla perfezione con frutti a bacca nera in successione a note più evolute di pellame e cacao. Trama tannica in bocca ma è vino già godibile, la barrique regala note di vaniglia e di affumicato, la persistenza è incredibile, complesso, fine, intrigante piccantezza finale. 91pt

La Tunella L'Arcione 2008

Uvaggio autoctono metà Schioppettino metà Pignolo per il rosso di punta di questo produttore. Gran vino, forse il migliore della serata insieme al Pignacolusse. Entrambe le varietà vengono sottoposte a leggera surmaturazione prima del processo di vinificazione e di quello successivo di invecchiamento in tonneaux per un tempo complessivo di oltre 3 anni.Tra naso e bocca si trova perfetta sinergia, note fruttate e più evolute come cuoio e liquirizia, insieme a quelle più varietali dello schioppettino. Molto pieno e persistente. 91pt

L'angolo BIO

Kante Terrano 2007

Edi Kante tra gli amanti del vino non ha bisogno di presentazioni, viticoltore tra i più stravaganti, intraprendenti e sperimentatori. Viticoltura biodinamica nel senso più stretto del termine, e suoli carsici, difficili ma così irresistibili. La terra carsica è scontrosa, ma è dove deve soffrire che la vigna regala gemme preziose. Il Terrano è qui l'uva rossa più autoctona, una sorta di legame inscindibile lega quest'uva al Carso. Il Terrano di Kante è esperienza sensoriale a prescindere. Questo 2007 al momento dell'assaggio (solo pochi giorni dopo potrebbe essere diversissimo, vino camaleonte) ci regala un naso sorprendente, con una nota funginea così netta da credere di avere dei funghi tagliati nel bicchiere, non un vino rosso. Si apre poi e arrivano sentori di fumo e di terra che troveremo come comun denominatore in altri terrano della serata. Non tanta frutta qui, sono vini da dentro o fuori. Anche in bocca interessante nella sua complessità. Bevuta didattica. Chapeau.

Zidarich Rujè 2006

Uvaggio di 90% Merlot e 10% Terrano, Zidarich è un altro famoso produttore dell'area del Carso, seguace della viticoltura biodinamica. Il suo Rujè pur essendo a maggioranza Merlot possiede solo alcune delle caratteristiche tipiche del vitigno, il resto è puro bagaglio biodinamico, come quella evidentissima nota di passata di pomodoro che si sente non appena si porta il bicchiere al naso. In bocca rotondo, con un pizzico di acidità marchiata Terrano. Tre gli anni di affinamento in botti di rovere di Slavonia di diverse dimensioni, il legno qui non lascia impronta però. Nessuna filtrazione. Nessun compromesso.

2 commenti:

  1. Ottima selezione, io ci avrei messo anche lo schioppettino di Vigna Petrussa, sempre sui 92/100 e un prezzo decisamente abbordabile (in cantina). Da aggiungere che poi la Signora Hilde é simpatica e alla mano, cosa non sempre di regola in Friuli...
    Comunque complimenti per gli articoli, una guida da tener presente quando si va in eno-vacanza.
    Luca

    RispondiElimina
  2. Non credo Vigna Petrussa fosse presente al banco di assaggio, però lo tengo in considerazione per un futuro acquisto o una visita se capitassi nei paraggi.
    Lo schioppettino è vitigno da riscoprire, peculiarissimo.
    Grazie per la segnalazione e per essere passato di qui, alla prossima Luca.

    RispondiElimina