L’Azienda
Agricola La Tosa è uno dei punti di riferimento della viticultura nel
piacentino, specialmente per l’eccellente e costante lavoro di perfetta
aderenza dei loro prodotti con il territorio.
Avevo già avuto
modo di assaggiare il loro Sauvignon scrivendone qui, questa volta è arrivato
il turno di mettere nero su bianco le impressioni ricavate dal loro
Vignamorello 2010, cavallo di razza e vero e proprio portabandiera della
cantina piacentina.
Il Vignamorello è
un Gutturnio Superiore, nato dalla sapiente unione di un 55-60% di Barbera con
un 40-45% di Bonarda, entrambe provenienti dal vigneto Morello (mi pare ovvio),
esposto a nord-sud a circa 200 mt sul livello del mare.
Alla produzione
del Vignamorello viene dedicata particolare cura e attenzione, con un
diradamento dei grappoli e una raccolta a maturità delle uve avanzata.
Nell’annata 2010 la
vendemmia è avvenuta nei giorni 29, 30 Settembre e 1 Ottobre quando le uve
hanno raggiunto l’equilibrio atteso.
Produzione totale
di 12300 bottiglie, mi sono aggiudicato la numero 1325 come da retroetichetta.
E’ d’obbligo la
premessa che assaggiare un 2010 di questo vino a Febbraio 2014 è un autentico
delitto in quanto questa è bottiglia di gran stoffa che dovrebbe essere
aspettata per molto più tempo, diciamo una decina d’anni dall’imbottigliamento
almeno.
Infrangendo
quanto appena scritto mi ritrovo di fronte a un rosso rubino carico e compatto,
impenetrabile e di notevole consistenza, il titolo alcolometrico recita 15% in
etichetta.
Il naso è in
principio chiuso, come se irretito dalla nostra impazienza. Si lascia andare
dopo qualche decina di minuti a fragranze di frutta nera matura, mora,
mirtillo, prugna. Aromi terziari fanno capolino seppur non ancora
evidentissimi, legno dolce, liquirizia nera sul finale. Inconsueta nota plasticosa
ad un secondo attacco olfattivo.
In bocca opulento
e ampio, con una decisa nota alcolica e un tannino ancora potente. Spalla acida
che ben sorregge le morbidezze gliceriche e alcoliche.
Ottima corrispondenza
con l’esame olfattivo in un crescendo fruttato che sfuma su note legnose (6
mesi di barrique di 1 e 2 anni) e di liquirizia.
Dimenticavo di
dire che viene imbottigliato senza alcuna chiarifica e senza filtrazione,
andrebbe pertanto sempre decantato (sì non ho fatto nemmeno questo)
Non diamo i
numeri ma se proprio si vuole qui sono 90 punti tondi.
Ciao Gabriele,
RispondiEliminasu questo vino sono un po' combattuto.
Ho un'amico che ci va matto e me ne regala ogni tanto una bottiglia.
Ho assaggiato già qualche annata, ma questa del 2010 mi ha lasciato sconcertato.
Probabilmente la bottiglia non era perfettamente a posto, anche se lui l'ha comprata direttamente alla fonte.
L'ho trovato al limite della bevibilità, con un'alcolicità caustica e un corpo possente acchilosato su se stesso.
Infatti è rimasta lì più di mezza.
Ripeto, forse bottiglia andata, ma mi resta il dubbio sull'interpretazione di un vino che si dovrebbe fare apprezzare più per piacevolezza.
Anche le annate precedenti, sempre alla ricerca spasmodica di concentrazione e struttura, non mi hanno entusiasmato.
Mio gusto personale.
Preferisco un pelo più di eleganza e poterne bere un bicchiere in più.
Ciao Daniele,
RispondiEliminaper prima cosa grazie del commento e per avere trovato il tempo di scriverlo, sono un assiduo lettore di voi amici del bar.
Mi sento di dire che sono d'accordo con te sul discorso bevibilità, io ho finito la bottiglia in tre pasti e questo è di per se sintomatico.
Non sono sicuro la tua bottiglia fosse andata in quanto l'alcolicità e il corpo sono certamente preponderanti in questo vino, anche se ho trovato l'acidità ancora molto viva e di grande aiuto nel cercare l'equilibrio (non del tutto raggiunto a mio avviso)
Ho apprezzato però le sfumature gustative fruttate e alcuni aromi terziari che sono sicuro nel tempo possano aumentare in numero e complessità.
Sarebbe interessante a questo punto capire il tuo amico dove si posiziona col proprio personale giudizio.
Ancora grazie per essere passato, alla prossima.